Biblioteca

La Biblioteca dei Girolamini di Napoli dipende dal Ministero della Cultura ed è un Istituto dotato di autonomia speciale a seguito del DPCM 169/2019. È una delle biblioteche più ricche del Mezzogiorno e il suo patrimonio librario consta di circa  159.700 unità tra volumi antichi e moderni e opuscoli.

Ospitato nell’Oratorio dei Girolamini, contrariamente agli usi degli ordini monastici che non ammettevano il pubblico nelle loro biblioteche,  l’Istituto, fin dall’inizio, fu aperto al pubblico.
La più antica tra quelle napoletane, la Biblioteca per il suo ricco patrimonio fu frequentata da intellettuali laici come Giambattista Vico. Proprio il filosofo nel 1727 consigliò ai padri oratoriani di acquistare la Biblioteca privata di Giuseppe Valletta, giurista, erudito e bibliofilo napoletano: la sua ricca collezione, che comprendeva testi giuridici, filosofici,  religiosi e letterari, arricchì notevolmente il patrimonio librario degli oratoriani di Napoli.

Il fondo Valletta si aggiunse al primitivo fondo filippino dei padri oratoriani, che comprendeva testi di storia ecclesiastica, teologia e le Sacre Scritture. Nel tempo si aggiunsero, per acquisto o per dono, altri fondi, tra i quali il fondo gervasiano, con testi di archeologia, numismatica bibliografia e letteratura classica, e il fondo Valieri.

Per la varietà e ricchezza dei suoi fondi la Biblioteca dei Girolamini è una biblioteca unica, specializzata in teologia  cristiana, filosofia, storia della Chiesa, musica sacra, ma con un’apertura anche alla letteratura e alla filosofia.

La sala Vico della Biblioteca dei Girolamini
La sala Vico della Biblioteca dei Girolamini

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